...Casa del Fauno...
Il nome della casa, pertanto non deriva da quello del proprietario bensì dalla statuetta di bronzo raffigurante un Fauno danzante al centro dell'impluvium principale, attualmente conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove sono conservati ed esposti anche i numerosi mosaici che impreziosivano i pavimenti dei vari ambienti.La casa fu costruita verso il 120 a.C. (età sannitica), successivamente, verso la fine dello stesso secololo domus è costituita da due zone comunicanti con ingressi indipendenti separati da una fila di botteghe (destinate a venire concesse in affitto), ha due peristili e un considerevole numero di stanze. Sul marciapiede di fronte alla porta d'ingresso, scritto con tessere policrome, è riportato un mosaico con la scritta HAVE, che in latino vuol dire "benvenuti" ed ancora oggi accoglie i visitatori; tale scritta in lingua latina fa presupporre l'ostentazione di cultura da parte del proprietario, considerato che in quel periodo a Pompei si parlava la lingua osca. All'entrata dell'ala principale, tramite una doppia porta si accede ad un breve vestibolo che presenta nella parte alta due tempietti larari decorati con elementi in stucco finemente intagliati ed un pavimento in opus sectile formato da triangoli di marmo Palombino e pietra calcarea. In fondo all'atrio tuscanico vi è un tablino dove il proprietario, riceveva i clienti, con il pavimento decorato a cubi prospettici che danno un effetto ottico tridimensionale. Ai lati del tablino si aprono due stanze triclinari, una autunnale (a sinistra) e una estivo( a destra). Il quartiere orientale, un hospitium (per ospiti) o un gineceo, si articola intorno ad un atrio tetrastilo, cioè con il tetto retto da quattro colonne, su cui si aprono alcune stanze di servizio. Questo atrio è significativamente privo di tablino, ed ha alcune piccole stanze sulla destra. Dal triclinio autunnale si poteva accedere al primo peristilio composto da ventotto colonne in tufo di Nocera, con al centro una vasca con fontana e con le pareti decorate a stucco. In fondo vi è l'esedra-oecus , la stanza di rappresentanza, delimitata da due colonne in tufo ricoperte di stucco dipinto. Sulla soglia vi era un mosaico con paesaggio nilotico, invece il pavimento era costituito da un imponente mosaico.Sempre sul primo perisitilio si affacciava un triclinio estivo, mentre lungo il lato destro, opportunamente seprati da un corridoio, erano situati i servizi, un bagno e la culina. Il secondo peristilio, raggiungibili tramite uno stretto passaggio dal primo, è molto più grande dell'altro (circa 45x40 m) con 46 colonne doriche alte 4,12 m, rivestite di stucco. Un secondo ordine in stile ionico, chiudeva la parete verso la casa. Anche qui si affacciava un triclinio. mentre due oeci affiancavano l'ingresso.In fondo al secondo peristilio vi sono le stanzette del giardiniere (hortolanus) che fungeva anche da portiere (ostiarius) dell'ingresso secondario posteriore che affaccia sul vicolo di Mercurio. Le nicchie in fondo a sinistra, servivano da larario (tempietto dei Lari). La casa del Fauno uno dei migliori esempi di dimora signorile repubblicana privata pervenutaci, che ci dia un'idea della straordinaria ricchezza della classe dirigente romana e italica nel corso del II secolo a.C., grazie ai bottini dell'Asia e allo sfruttamento di enormi quantità di manodopera servile.
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